Oggi sono tornata all’VIII Municipio a trovare i ragazzi della Cooperativa Garibaldi, e che gioia ritrovarli! Appena mi avvicino, mi accolgono con quei loro sorrisi luminosi che fanno bene al cuore: “Cosa posso offrirle, signora? Oggi abbiamo anche le crostatine… ma… il pane… il pane è già finito!”.
Lo dicono con una dolcezza che ti fa sorridere anche prima di rispondere. Sono orgogliosi del loro lavoro e non vedono l’ora di farmelo vedere.
Mi sposto un po’ più avanti e osservo l’Ape che Gira: colorata, vivace, sistemata con cura per vendere le verdure e i prodotti dell’orto. È proprio bella, piena di energia, proprio come i ragazzi che la animano!
E mentre la guardo, una voce impercettibile mi attira: oggi, l’Ape stessa decide di parlare con me.
“Ciao, Sora Lella… lo sai? Qui serve coraggio. All’inizio sembrava tutto una pazzia. E invece guarda ora… sono diventata un’Ape che Gira! Un mezzo di lavoro, sì, ma anche un mezzo di vita. Basta crederci e ascoltare un po’ il proprio cuore.”
E mentre ascolto, sorrido: perché quello che dice è vero. Questi ragazzi hanno trasformato un piccolo veicolo in un grande progetto di inclusione.
L’Ape mi racconta dei ragazzi che salgono e scendono, del loro entusiasmo contagioso, del modo in cui parlano con la gente del quartiere, della loro serietà e del loro impegno. Mi racconta dei giorni di mercato:
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Martedì presso il IX Municipio
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Giovedì presso l’VIII Municipio
E poi continua: “Sai, Sora Lella, all’inizio mi chiedevo se sarei stata all’altezza… ma ora, guarda come siamo diventati! Le signore che passano mi riconoscono, i ragazzi mi riempiono di cassette, di ortaggi e di risate… Sono felici, e io con loro!”
Cammino tra la gente, respiro l’atmosfera. Mi sembra di vedere la comunità crescere davanti a me: clienti abituali, nuovi curiosi, bambini che guardano le verdure con gli occhi pieni di domande.
E i ragazzi… loro sono splendidi. Hanno superato timidezze, paure, incertezze. Oggi si muovono sicuri, partecipano, raccontano, propongono. Sono adulti autistici che stanno costruendo un pezzo del loro futuro.
Una signora si avvicina e dice: “Lo sa, Sora Lella? Mi mancherebbe, se non li trovassi qui il giovedì!”.
E io penso che non c’è complimento più grande.
Alla fine della mattinata, mentre il sole scalda ancora un po’, mi allontano con nel cuore un misto di tenerezza e fierezza.
Perché vedere questa Ape rinascere dalle sue vecchie paure, trasformarsi in un mezzo di lavoro e di incontro, e vedere questi ragazzi crescere insieme a lei… beh, questo è un dono.
“Ciao Sora Lella”, mi dice ancora l’Ape, “oggi siamo felici. E domani… chissà cosa scopriremo!”
Un abbraccio a voi tutti,
Lella
