Pubblichiamo di seguito l’articolo di Giulia Onofri sulla premiazione dei vincitori dell’edizione 2017 per l’iniziativa, promossa da Confagricoltura, “Coltiviamo agricoltura sociale”
Premiazione progetti “Coltiviamo agricoltura sociale”
Nel cuore di Roma, le porte del prestigioso Palazzo Della Valle si sono aperte per ospitare la premiazione dei vincitori dell’edizione 2017 per l’iniziativa, promossa da Confagricoltura, “Coltiviamo agricoltura sociale“. Tra questi, la Cooperativa Garibaldi, ha orgogliosamente mostrato nel cortile del Palazzo, il premio vinto con l’impegno e la fatica delle persone che ne fanno parte e la sostengono: una simpatica e piccola A.P.E. (Autistic Public Economy) capace di trasformarsi in un vero e proprio mercatino ambulante. Sui suoi portelloni dischiusi e distesi, spiccano i colori variegati degli ortaggi freschi e genuini dell’orto, coltivati e raccolti dai ragazzi autistici della cooperativa.
Questa piccola azienda agricola agrituristica, attiva dal 2010, si è fatta promotrice della già citata agricoltura sociale, principio cardine della sua attività e tema centrale attorno a cui si è svolta l’intera presentazione. A dare avvio all’incontro è stato infatti il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti che ha sottolineato proprio l’importanza capitale di questo modo di fare agricoltura che, pur mantenendo il suo ruolo nell’economia nazionale, è capace di aiutare gli altri e di connettere direttamente l’uomo alla natura, la forza lavoro alla terra, andando oltre il limite di uno sguardo rivolto solo al reddito prodotto. Durante l’incontro, in cui sono intervenuti i rappresentanti delle onlus e delle aziende che hanno finanziato il progetto, il punto chiave attorno a cui si è svolta l’intera conversazione e che ha decretato i vincitori del premio, è stato ripetutamente rintracciato nell’unanime fiducia verso i concetti di inclusione sociale, aiuto, vicinanza e solidarietà che le tre aziende vincitrici (Cooperativa G. Garibaldi; Vivai Villanova; Apicoltura Capone) hanno perfettamente incarnato negli ideali e realizzato attraverso il loro lavoro. A tal proposito, l’intervento di Maurizio Ferraro, fondatore e motore trainante della Cooperativa Garibaldi, ha chiarito come i ragazzi che ne fanno parte, affetti da autismo severo, sebbene necessitino di un costante bisogno di supporto intensivo, abbiano comunque tratto giovamento dalle attività innovative di cui l’azienda li ha resi protagonisti.
Le parole conclusive, infine, sono spettate ad Alessandra Pesce, sottosegretario di Stato al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, che ha promosso e auspicato una sempre maggiore integrazione fra il welfare rurale e un’agricoltura sociale in grado di integrare l’uomo con il territorio senza sfruttamento ma nel rispetto di entrambi.
Conosciamo la cooperativa vincitrice con il progetto A.P.E..
Attraverso percorsi abilitativi personalizzati, l’impegno che questa azienda si propone di osservare e rispettare, è quello di essere un ponte nel passaggio dal diritto allo studio a quello imprescindibile del lavoro nei confronti di questi ragazzi. Proprio per questo, Ferraro ha precisato che nessuno di loro è un semplice utente, ma sono tutti soci che, attraverso i tre laboratori professionalizzanti promossi dalla cooperativa (orto; ristorazione; mercatino),
riescono ad impegnarsi attivamente per un risultato, ad instaurare relazioni con il pubblico e ad inserirsi così nel mondo del lavoro. Quello che la Cooperativa Garibaldi offre è l’opportunità di migliorare la qualità di vita dei ragazzi autistici, non solo servendosi della partecipazione attiva delle famiglie, ma avvalendosi anche di quella di operatori di volontariato europeo e degli studenti che scelgono di partecipare alle attività di alternanza scuola-lavoro.
In questa prospettiva l’azienda agrituristica si eleva rispetto alla banale etichetta che le si potrebbe dare di centro terapeutico, e diventa invece una risorsa abilitativa in quanto incentiva e sviluppa abilità nell’ambito dell’agricoltura sociale, e più in generale, dell’inclusione sociale.
Il disegno sul portellone dell’ape, che raffigura una terra coltivata con amore, è il simbolo del lavoro svolto con cura e collaborazione da tutti i soci e i volontari della Cooperativa. Questo premio sottende un traguardo ben più grande in cui ognuno non solo ha scoperto, dentro e fuori di sé, un ruolo attivo nella costruzione della socialità, ma ha trovato inoltre un punto fermo e sicuro nella propria vita.
L’A.P.E. che corre su tre ruote, carica dei suoi ortaggi, per questi ragazzi sarà il vettore che permetterà di portare non solo i prodotti a km 0 dei loro orti, ma anche i loro volti, le loro voci e le loro storie in mezzo alla gente, fra le piazze dei nostri mercati romani.
Giulia Onofri